In un articolo del 5 Febbraio 2013 del ministero della salute si delucida come il movimento quotidiano produca effetti benefichi sulla salute psico-fisica. Del resto dal punto di vista storico-evolutivo l’essere umano nel periodo paleolitico (2.5 milioni di anni fa a 10.000 anni fa) era un cacciatore-raccoglitore nomade. Sempre in movimento e predisposto alla caccia. Da quando si è iniziata a sviluppare la coltivazione e l’allevamento l’uomo ha iniziato a stabilizzarsi e sedentarizzarsi. Questo nei millenni ha portato sicuramente a problematiche che prima non esistevano come obesità e malattie cardiovascolari dovute ad una iperalimentazione( di cibi totalmente diversi da prima) associata ad una mancanza di attività fisica. Secondo i dati ISTAT, nel 2010 in Italia il 38% delle persone da 3 anni in su ha dichiarato di non praticare, nella vita quotidiana, né sport, né altre forme di attività fisica.
Inoltre la tecnologia odierna è ormai arrivata a servire ogni cittadino a 360 gradi con bus, ascensori, auto e motorini limitando sempre più il movimento e sviluppando una cultura che da sempre meno importanza al movimento fisico.
Ma a prescindere da ciò i benefici dell’attività fisica sono molteplici tra cui: riduzione del rischio di ammalarsi di diabete, previene ipercolesterolemia, ipertensione e problematiche cardiache e tumorali, riduce sintomi di ansia, depressione e stress, previene soprattutto tra i giovani comportamenti a rischio come uso di tabacco, alcol e comportamenti aggressivi e promuove l’autostima e il benessere psicologico.
L’OMS nel 2010 ha stilato delle indicazioni sulla quantità minima di movimento da fare per stare in salute in base all’età: 5-17 anni almeno 60 minuti al giorno, 18-64 almeno 150 minuti la settimana, oltre i 65 si hanno le stesse indicazioni ma con più attenta parsimonia.
Alla luce di queste considerazioni come lo psicologo dello sport può intervenire soprattutto nella fascia giovanile? Sicuramente è importante sviluppare dei progetti di prevenzione-promozione da proporre nelle scuole in cui poter incentivare, tramite ad esempio giochi “fisici”, l’attività sportiva, oltre che informare i ragazzi dei benefici che essa comporta. Risulta anche importante dare l’esempio in prima persona da parte dello psicologo (meccanismo della coerenza cognitiva) in quanto servirà a persuadere maggiormente i giovani che sono sempre alla ricerca di punti di riferimento. E’ importante ribadire che lo scopo principale dello psicologo dello sport è il prendersi cura della salute psico-fisica degli atleti, e in questo caso dei ragazzi, perchè solo con un proprio equilibrio personale si potranno poi migliorare le performance. Psicologia dello sport e promozione del benessere vanno di pari passo. Incentivare lo sport,metterlo in risalto positivamente, aiuta a darne maggior credito, e da questo valorizzare la sua componente psicologica.Con questo auguro una propria riflessione personale senza dimenticare che psicologia è sinonimo di ricerca ed innovazione.
Dott. Leonardo Gottardo.