L’alcol è una delle droghe più sottovalutata al mondo, soprattutto a causa della sua accettazione a livello socio-culturale da parte di molti Paesi. Per questo e altri motivi, tale bevanda viene consumato dal 64.5% della popolazione italiana (dati ISTAT 2015).
Anche se la logica suggerisce che l’intensa attività fisica e il coinvolgimento in uno sport motiverebbero gli atleti all’astinenza dall’uso di sostanze alcoliche, la maggioranza degli studi svolti indica che non è così. Rimane infatti attiva una credenza secondo cui l’assunzione di bevande alcoliche durante gli allenamenti abituali aumenterebbe la prestazione atletica.
INTOSSICAZIONE DA ALCOL: cos’è e come funziona
Rientra nella categoria delle droghe depressive, in quanto riduce l’attività del sistema nervoso centrale, agendo dunque come un sedativo. Assunto a basse dosi, però, esso risulta essere uno stimolante, in quanto agisce sopprimendo la normale inibizione corticale, ed è per questo motivo che viene anche comunemente definito “lubrificante sociale”. Inoltre, è da sfatare il mito per cui l’alcol ha un apporto nutrizionale di carboidrati ed è una bevanda dissetante: esso non migliora né la disponibilità di energia, né la capacità di lavoro, e non sostituisce i carboidrati spesi per il lavoro muscolare. Nel cervello opera a livello di corteccia frontale, agendo in direzione della perdita di senso critico e giudizio, e a livello di cervelletto, causando alterazioni motorie e di cellule dell’ippocampo, responsabili della perdita di memoria.
Falsa credenza: la metabolizzazione della sostanza non è in alcun modo velocizzata dalla pratica sportiva!
DIFFERENZE INTRAGRUPPO
Sport differenti sembrerebbero portare a diverse tipologie comportamentali di consumo alcolico da parte dei praticanti. Gli atleti praticanti a sport di squadra riportano infatti con maggiore frequenza l’uso di alcol rispetto agli sport individuali.
Diversi studi mostrano che gli uomini bevono più frequentemente e in maggiore quantità delle donne e lo stesso risultato è stato riscontrato dagli atleti nei confronti dei non atleti.
Quindi sia il genere sia lo status di “atleta” giocano un ruolo nello sviluppo da parte degli studenti di comportamenti di rischio verso l’abuso di alcol. Si è osservato inoltre che gli atleti-leader riportano un maggior numero di episodi di eccesso di uso di alcolici se contrapposti ai compagni, e tali differenze risultano essere consistenti per entrambi i sessi.
Riassumendo:
- Gli studenti bevono più delle studentesse;
- Gli atleti in generale bevono maggiormente dei non atleti;
- Gli atleti maschi bevono principalmente per ragioni sociali o per “superare il limite”;
- Le atlete bevono più per stili di coping.
MOTIVAZIONI DELLO SPORTIVO ALL’USO DI ALCOLICI
Il bere viene anche condizionato dall’influenza sociale, che si pone mediatrice di tre diversi fattori: le norme dei pari, l’influenza ambientale ed il controllo effettuato dai genitori. Quindi:
- Gli atleti entrano in contatto con un alto consumo di bevande alcoliche attraverso l’influenza dei pari, dell’ambiente e dei genitori;
- Gli atleti sperimentano maggiori incentivi al consumo da parte di pari e ambiente, e deboli incentivi da parte dei genitori;
- Il consumo di alcolici aumenta: con l’influenza dei pari, che incoraggia il maggior consumo; con l’aumento del bere nel proprio ambiente; e con la diminuzione dell’influenza genitoriale.
Gli atleti sperimentano elevati livelli di stress, che incrementano le aspettative di coping e, quindi, il consumo deve far fronte a questo stress. Infatti uno dei motivi dell’alto uso di sostanze alcoliche è da riportarsi alla pressione e allo stress derivanti dall’essere sia studenti che atleti allo stesso tempo. Gli autori di tali assunti identificano tra i fattori causanti: l’affrontare dolori fisici e psicologici o incidenti, la pressione di essere sotto pubblico esame, l’essere alle prese con gli sbalzi emotivi, l’affrontare il ritiro atletico e la pressione alla performance messa in atto dagli allenatori. Oltre i fattori generali di stress presenti nell’ambiente scolastico, gli atleti devono affrontare anche le conseguenze fisiche e mentali dello sport. Identificarsi come “atleta” è di fondamentale importanza per coloro che praticano sport, ma questa centralità della loro attività sportiva li priva di un coinvolgimento in altre attività che aumenterebbero le loro fonti di identità e di autostima, che sono al di fuori del contesto sportivo, e che potrebbero compensare scompensi emotivi, ansia e pressioni.
Inoltre la “ricerca di sensazioni forti” (sensation seeking) è più fortemente associata al bere nello studente-atleta in relazione al non atleta.
EFFETTI PRODOTTI DALLA SOSTANZA SULL’ATLETA
L’assunzione di alcol ha mostrato un negativo impatto sulla performance sportiva. Un consumo di qualsiasi quantità di alcol nelle 24 ore precedenti all’attività riduce la performance aerobica dell’11.4%. Inoltre, l’uso settimanale di bevande alcoliche duplica la probabilità di infortuni registrati dagli sportivi appartenenti a qualsiasi disciplina.
L’ingestione di alcol compromette quindi le prestazioni fisiche in diversi modi: diminuisce l’uso di glucosio e aminoacidi da parte dei muscoli scheletrici, altera il bilancio energetico e compromette il metabolismo durante l’attività fisica.
Caratteristiche:
- L’ingestione acuta di sostanze alcoliche ha effetti deleteri in diverse abilità psicomotorie;
- Il consumo di alcolici non influisce nelle funzioni psicologiche cruciali sulla performance fisica;
- L’uso di alcol non aumenta la capacità di lavoro muscolare (psicomotorie), anzi diminuisce i livelli di performance;
- L’alcol può intaccare la naturale regolazione della temperatura corporea durante esercizi prolungati svolti in ambienti freddi.
I postumi di una sbornia hanno significativi effetti negativi sulla performance. L’ubriacatura è causata dalla tossicità dell’alcol e dalla disidratazione. Solitamente è caratterizzata da depressione, mal di testa e ipersensibilità agli stimoli esterni. Riduce inoltre l’acuità mentale e danneggia il sistema motorio causando il peggioramento delle abilità psicomotorie, tra cui i tempi di reazione, della coordinazione occhio-mano, della precisione dei movimenti e della coordinazione in generale. Diminuisce l’equilibrio e il controllo posturale.
Come risultato, l’atleta può non sentirsi in grado di partecipare alla competizione.
Per concludere è consigliabile che chi pratica sport ad altri livelli agonistici, diminuisca il consumo di sostanze alcoliche e lo elimini durante il periodo di campionati.
Staff CISSPAT
Dott. Bargnani Alessandro
Dott.ssa Franco Giada