L’infortunio è una realtà sempre presente all’interno del settore sportivo e di cui tutti gli atleti hanno potuto farne esperienza. Ma quali ripercussioni ha l’infortunio nella psicologia dell’atleta? E Soprattutto come la psicologia dello sport può intervenire?
L’infortunio coinvolge l’area del benessere fisico (dolore e restrizioni dei movimenti), l’area del benessere emozionale (emozioni scaturite dall’ infortunio), l’area del benessere sociale (perdita ruolo, separazione dall’ambiente sportivo) e l’area del sé (alterazione della propria immagine identitaria legata allo sport con i rispettivi obbiettivi). Non recuperare a pieno su tutte le aree non permette la completa guarigione.
In tutta la letteratura presente si sono distinte tre fasi d’intervento nell’infortunio: la fase acuta-post infortunio, la fase di riabilitazione e la fase di ritorno nello sport. Nella fase acuta post-infortunio le emozioni provate possono essere molto variegate come la rabbia, la tristezza, l’avvilimento, la frustrazione, una preoccupazione generalizzata, ansia, apatia e sfiducia nel futuro portando l’atleta all’abbandono dell’attività sportiva fino all’ isolamento sociale. Frasi tipiche sono quelle della catastrofizzazione come “ non c’è la farò mai, ho smesso di fare l’atleta, perché proprio a me”. Altri atleti guardano l’infortunio in positivo sviluppando e mettendo a prova la propria resilienza, ossia la capacità di usare le avversità come stimolo per fortificarsi e motivarsi a continuare. Altri ancora lo vivono invece come momento di recupero e destressamento dall’attività agonistica. Da questo si evince che il modo in cui l’atleta valuta e interpreta l’evento va ad influire sistematicamente su tutto l’iter post infortunio.
Nella fase di riabilitazione le emozioni se ben elaborate si riducono progressivamente, anche se potranno presentarsi qual’ ora si percepisse qualche dolore riabilitativo causando maggior preoccupazione. E’ importante che soprattutto in questa fase lo psicologo dello sport sostenga l’atleta lavorando sulle sue emozioni e sulle proprie sensazioni corporee, dandogli così maggior consapevolezza e controllo. Questo permetterà di distinguere ad esempio tra dolori positivi e negativi, che indubbiamente insorgeranno in questa fase e che se negativi potranno essere accompagnati da un conseguente senso di sfiducia. Per superare bene questa fase la motivazione intrinseca sembrerebbe essere il fattore psicologico più importante ad influenzarla positivamente assieme alla tolleranza al dolore, alla resilienza e alla percezione del supporto sociale. Negativamente invece incidono i disturbi dell’umore, la paura di infortunarsi nuovamente e l’assenza di fiducia dell’atleta nell’ efficacia del trattamento.
Nella fase di ritorno allo Sport gli atleti iniziano i primi allenamenti. Si è visto che gli atleti motivati, competitivi con un buon livello di autoefficacia e consapevolezza tornano più frequentemente allo sport. Sia le valutazione cognitive che gli stati emotivi sono tutti aspetti modificabili su cui lo psicologo dello sport può intervenire in maniera efficace. Ma come interviene nello specifico?
Lo psicologo dello sport può intervenire con interventi educativi descrivendo l’infortunio all’atleta, essendosi prima consultato con il medico curante, dando cosi consapevolezza all’atleta delle cause che lo hanno portato ad insorgere, delle modalità di trattamento e delle tempistiche di cura, con le relative prospettive di intervento psicologico. Questo permette all’atleta di aver una maggior percezione di sicurezza e controllo dell’evento togliendo in parte il relativo senso di sfiducia che si può creare.
Si utilizzano poi tecniche di ristrutturazione cognitiva e self talk che si basano sul controllo e analisi dei pensieri, la riduzione della catastrofizzazione e la sostituzione con pensieri realistici e positivi, imparando a generare emozioni positive.
Il goal setting si basa sugli obbiettivi sia fisici che psicologici a breve e lungo termine, consentendo all’atleta di avere un programma tangibile di crescita e una maggior percezione di controllo sull’ infortunio.
L’imagery permette di sviluppare la visualizzazione come strumento utile per accelerare il recupero immaginando processi fisiologici di guarigione, di allontanamento dalle sensazioni di dolore e mantenendo attive le specifiche abilità sportive in quanto è stato dimostrato come l’immaginazione del gesto tecnico con le specifiche sensazioni attivi le stesse reti neurali del gesto tecnico reale.
In ultima il tutto può essere supportato dalle tecniche di rilassamento e gestione dello stress come il training autogeno, il rilassamento progressivo e frazionato che consentono di abbassare le tensioni interne permettendo così un rapido ed efficace recupero.
I contributi che la psicologia dello Sport può dare all’atleta sono parecchi anche nei momenti meno piacevoli come l’insorgenza di un infortunio.
Bibliografia
- Caratteristiche psicologiche correlate alle diverse fasi di recupero dall’infortunio sportivo: revisione critica della letteratura. Giornale Italiano di Psicologia dello Sport N° 24 – 2015 pag 25- 36.