Fare attività fisica aumenta l’autostima in sé stessi, questo si dice, ma tutti abbiamo sperimentato che non sempre è così, anzi, talvolta il confronto con gli altri e/o con noi stessi ci fa sentire peggio. Infatti, nello sport, così come nella vita, il mancato o parziale raggiungimento di alcuni obiettivi innesca loop che poco hanno a che vedere con la causa originaria, e che non incidono positivamente sulla nostra autostima. Praticare una qualsiasi attività fisica, di squadra o meno, non è sufficiente per far sì che come per magia la nostra autostima aumenti poco a poco; quello che serve è anche un giusto atteggiamento mentale con noi stessi. Inoltre, ottenere buoni risultati facendo sport o praticando attività di fitness richiede un setting mentale positivo e forte, in altre parole quello che dobbiamo avere è una grande autostima e una forte capacità nel darci feedback per aumentare la nostra autoefficienza. In altre parole, il detto latino mens sana in corpore sano è un’implicazione a doppio senso di marcia, che ci ricorda che l’uno non si può ottenere senza l’altro e viceversa.
Nel fare sport un ruolo chiave è ricoperto da quello che ci diciamo e dal tipo di reazione agli stimoli esterni. Alcuni esempi? Iniziamo ad apprendere un’arte marziale e l’insegnante inizia a segnalarci puntualmente ciò che sbagliamo. Il nostro allenatore di pallavolo, basket o calcio ad ogni partita ci fa puntualmente l’elenco dei nostri errori. Ci iscriviamo in palestra e dopo un po’ iniziamo a notare e a farci pesare le serie saltate, i recuperi non rispettati oppure l’esercizio svolto non perfettamente. Oppure, ancora, ci eravamo posti l’obiettivo di eliminare i chili in eccesso ma nonostante le settimane passate ad allenarci non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo. La risposta più comune a questi atteggiamenti, nonostante il loro iniziale e fondamentale intento positivo, è quella di far partire in noi e contro di noi un loop fatto di critiche e di critiche delle critiche, che poco ci porta, o peggio ancora a desistere nella pratica sportiva o a viverla con meno gioia.
Per godersi appieno l’attività fisica è importante comprendere le insidie che sono presenti dietro l’implicazione sport uguale maggiore autostima. In primo luogo, bisogna imparare a conoscere e a tenere sempre a mente la differenza, spesso dimenticata o sconosciuta, tra autostima ed autoefficienza. In secondo luogo, bisogna comprendere l’inutilità della critica e l’utilità del feedback.
Autostima: essere
L’autostima viene spesso percepita come una cosa che dipende da noi solo in parte. Chi non ha pensato che quell’amico, quell’allenatore e/o quell’esercizio non sia utile perché mi fa solo sentire male e “ogni volta che lo faccio mi sento inadeguato”. L’idea è quella di allenare noi stessi a vedere l’autostima non come una bandiera preda del vento, ma come il pennone che sostiene la bandiera rimanendo indifferente ai venti. In altre parole, se vogliamo vivere lo sport con equilibrio, gioia, costanza e felicità dobbiamo iniziare a comprendere che l’autostima dipende solo ed esclusivamente da noi. Questo è un traguardo rivoluzionario e fondamentale.
Il primo passo, quindi, è proprio quello di decidere che noi valiamo al di là di come andrà l’allenamento o la nostra giornata lavorativa. Se riusciamo a costruirci un’autostima elevata di noi, e a capire che questa non può e non dev’essere suscettibile agli avvenimenti esterni, possiamo affrontare sconfitte ed imprevisti in ambito sportivo, e non solo, senza che questi creino in noi pericolosi loop negativi.
Come fare per iniziare ad avere un’autostima di ferro? Il passo più importante è fare nostra l’affermazione “noi siamo molto più delle nostre azioni“. Questo significa che qualsiasi sia l’obiettivo che ci siamo posti in termini di chili da pesare o da alzare, e di secondi o minuti da raggiungere, noi valiamo. La distinzione tra essere ed agire è di fondamentale importanza per il raggiungimento di una sana autostima e per l’introduzione di un altro concetto importante, quello di autoefficienza.
Autoefficienza: agire
L’autoefficienza riguarda il nostro agire. Noi possiamo essere più o meno bravi a fare un esercizio o ad allenarci, e in questo misuriamo la nostra autoefficienza, ovvero la nostra capacità di svolgere un esercizio e/o una prova nel migliore dei modi. Questa misura non tocca in alcun modo chi siamo e la nostra autostima.
Nello svolgere la nostra attività fisica noi potremmo essere più o meno bravi, così come potrà cambiare la nostra abilità nel fare un esercizio piuttosto che un’altro. Questi cambiamenti incidono sulla nostra autoefficienza, ma non devono in alcun modo intaccare la nostra autostima.
Uno sportivo di successo dev’essere dotato di un’autostima elevata, di una chiara concezione di cos’è la propria autoefficienza e di una buona capacità di imparare dai normali alti e bassi che essa avrà. Allo stesso modo, se vuole ottenere buoni risultati in termini non solo fisici, ma anche mentali (sull’umore, sullo stres…), chiunque svolga attività fisica dev’essere capace di distinguere tra autostima ed autoefficienza, ed imparare a guardare nel modo giusto ai propri errori o ai mancati risultati. A questo punto, il passo successivo è imparare ad utilizzare i feedback!
Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/allenamento/forma-fisica-autostima.html