La parola attenzione, dal latino ad e tendere, “rivolgere l’animo a”, indica l’atto di rivolgere e applicare la mente a uno stimolo, cioè il processo che consente di indirizzare e concentrare l’attività psichica su un determinato oggetto. La selezione dello stimolo su cui si rivolge l’attenzione dipende sia dalle sue caratteristiche, sia dalle motivazioni e dalle esperienze soggettive. Secondo il prevalere dell’uno o dell’altro di questi elementi e del loro combinarsi, ci sarà un maggiore o minore livello di attenzione nello stesso individuo e in individui diversi.
Molti studi di psicologia sperimentale hanno identificato due tipi di attenzione: l’orientamento spontaneo o involontario provocato da una stimolazione (l’oggetto si impone per caratteristiche sue proprie) e l’orientamento volontario o controllato (concentrazione su un determinato oggetto e focalizzazione della coscienza secondo le direttive del soggetto).
Allenare la concentrazione significa controllare i processi motori di pensiero e dirigere e mantenere l’attenzione su di un compito per una corretta esecuzione, incrementando le capacità di:
1. selezionare gli stimoli su cui focalizzare l’attenzione, escludendo quelli irrilevanti;
2. dirigere l’attenzione al momento opportuno verso le informazioni pertinenti;
3. mantenere l’attenzione sugli stimoli rilevanti.
L’affinamento e la gestione volontaria della capacità di concentrazione vengono sviluppate attraverso il training propriocettivo e le procedure di rilassamento, andando così a costituire un insieme di abilità sinergiche ed interconnesse. Questi rappresentano le condizioni necessarie per la buona riuscita delle successive fasi di visualizzazione e ripetizione ideo-motoria.
La relazione esistente fra stile attentivo e performance riguarda il rapporto che sussiste fra l’abilità di concentrarsi, il modo di dirigere il proprio interesse alle diverse fasi del momento agonistico e il rendimento atletico in campo.
Possiamo definire lo stile attentivo come composto da due dimensioni: l’ampiezza (allargata o ristretta) e la direzione (rivolta verso l’ambiente – direzione esterna, o verso di sé – direzione interna). Combinando insieme questi fattori si ottengono quattro differenti modalità attentive, che permettono di soddisfare le esigenze poste dalla disciplina del rugby nelle varie situazioni:
- Stile ESTERNO – AMPIO: rivolto alla massima raccolta delle informazioni derivanti dall’ambiente circostante, come i movimenti degli avversari in campo durante un’azione. Non bisogna allargare troppo il focus attentivo, ma ci si deve limitare agli stimoli necessari da cogliere durante la partita, altrimenti si rischia di incorrere in errori di distrazione dovuto alla confusione provocata dalla presenza di troppi stimoli da considerare.
- Stile ESTERNO – RISTRETTO: attenzione rivolta a tutte le attività che richiedono un elevato livello di concentrazione ai movimenti fini, in cui bisogna procedere con fermezza e precisione.
- Stile INTERNO – AMPIO: l’attenzione è rivolta alla pianificazione del comportamento strategico ed agli obiettivi di gara. Questa fase in genere viene attuata prima dell’inizio o nelle fasi iniziali della partita.
- Stile INTERNO – RISTRETTO: questo stile è indicato nei momenti difficili della competizione, ad esempio quando si viene sopraffatti da pensieri negativi e la fatica (sia fisica che mentale) comincia a farsi sentire. E’ facile comprendere quanto sia importante sviluppare questa abilità nelle fasi di gara in cui la probabilità di preoccuparsi in modo eccessivo senza trovare soluzioni aumenta considerevolmente: in questo caso l’atleta deve svuotare la mente per un momento e ritrovare la concentrazione necessaria per proseguire.
Il rugby fa parte degli sport di situazione o sport open, poiché i gesti atletici dipendono dalle circostanze proposte dalla partita, dalle strategie degli avversari, dalle condizioni del terreno di gara e da molte altre variabili cosiddette “esterne”. E’ noto che il calciatore deve adeguarsi molto spesso ai diversi schemi tattici proposti sul campo e rispondere ad essi modificando velocemente il suo focus attentivo.
Ogni atleta rivolge sempre la sua attenzione a qualcosa, sia esso un elemento interno (come i pensieri, positivi o negativi che siano) o esterno a sé (fattori ambientali piacevoli o distraenti), anche quando non ne è consapevole. Per migliorare la prestazione, diventa importante per il giocatore mettere a punto in allenamento un programma specifico che gli indichi dove dirigere l’attenzione e in che modo farlo.
Come allenare il focus attentivo
Per iniziare, bisogna innanzitutto definire il focus attentivo del rugbista nelle situazioni al di fuori dell’ambiente sportivo, in modo tale da tracciare un profilo di base e confrontarlo con le molteplici caratteristiche richieste dalle situazioni che nascono durante la partita. La valutazione si effettua con brevi esercizi di focalizzazione su oggetti o momenti che appartengono alla vita quotidiana, restringendo od allargando a piacere il focus attentivo del soggetto.
Dopo questa valutazione si è in grado di elaborare un programma specifico di allenamento dello stile attentivo, con lo scopo di ridurre gli errori dovuti a difficoltà di concentrazione.
La probabilità di commettere errori sarà maggiore tutte le volte che lo spostamento dell’attenzione sarà troppo lento, quando cioè si manifesterà uno stato di fissità di una particolare modalità attentiva. Questo può portare ad esempio ad una scarsa consapevolezza sulla previsione dei movimenti degli avversari, rallentando di conseguenza la scelta delle possibili risposte e la decisione da prendere in campo.
Esercizi per sviluppare l’abilità di focalizzare l’attenzione
Il programma vero e proprio inizia con la fase di rilassamento, che consente all’atleta di predisporre il suo corpo e la sua mente alla visualizzazione mentale sull’abilità da sviluppare e tenere sotto controllo gli stimoli. Questi esercizi andranno eseguiti quotidianamente alla fine dell’allenamento con la squadra.
In qualche settimana ed impiegando solo pochi minuti al giorno l’atleta imparerà a migliorare la concentrazione ed a gestire la capacità attentiva.
1 – RILASSAMENTO E SINTONIZZAZIONE CON IL CORPO
Chiudi gli occhi, inspira ed espira lentamente. Il tuo corpo diventa pesante, sempre più pesante e rilassato; concentrati sui tuoi piedi, che sono rilassati e pesanti. Rivolgi lentamente l’attenzione ai muscoli dei polpacci, ora li senti rilassati e pesanti; le gambe sono rilassate e pesanti. Continua a distendere tutti i muscoli del tuo corpo procedendo dal basso verso l’alto, l’addome, le braccia, le mani, il collo, fino ad arrivare ai muscoli del viso. Ti senti bene, molto bene, la calma e la tranquillità ti avvolgono.
2 – VISUALIZZAZIONE DEL FOCUS ATTENTIVO
Ora immagina te stesso mentre sei in campo con la tua squadra: l’aria è fresca e la senti sul tuo viso. Sei con gli altri atleti durante una partita, ti senti sicuro e tranquillo.
Osserva con attenzione i colori, osserva il terreno di gioco, ascolta i suoni presenti e avverti le tue percezioni interne emotive e corporee.
- Rivolgi la tua attenzione all’obiettivo che ti sei prefissato, valuta mentalmente la tua situazione tattica ed il tuo stato fisico; ripeti più volte a te stesso fin dove vuoi arrivare in questa partita, cosa vuoi offrire a te ed ai tuoi compagni (attenzione interna – ampia).
- Adesso stai osservando i movimenti dei tuoi avversari durante la partita nel momento di un’azione: la tua attenzione è allargata, ampia, riesci a cogliere tutti i particolari della scena (attenzione esterna – ampia).
- Immaginati ora mentre stai correndo, verso la fine della partita; sei stanco e sfiduciato: ora rivolgi la tua attenzione solo ai tuoi pensieri, c’è silenzio e tu sei tranquillo, senza preoccupazioni. Respira profondamente e ritrova tutta la tua forza interiore. (attenzione interna – ristretta).
- Ora invece stai per tirare un calcio di punizione: concentrati soltanto sul tiro, credi fermamente nella tua capacità ed elimina i fattori distraenti, cancellandoli dalla tua mente (attenzione esterna -ristretta).
Ti senti bene, molto bene. Lentamente comincia a stiracchiarti ed apri gli occhi.
STAFF CISSPAT LAB