Al giorno d’oggi si sente spesso parlare di vigoressia o dipendenza da esercizio. Vediamo di fare chiarezza: Nell’articolo del 16 Gennaio 2016 del corriere della sera il proff. Gianfranco Beltrami, medico specialista in medicina dello sport e docente all’università di Parma, spiega come la dipendenza da attività fisica sia dovuta alla produzione di dopamina (neurotrasmettitore implicato nella sensazione di appagamento) e beta-endorfine (neurotrasmettitori prodotti dal cervello dotate di proprietà analgesiche) in seguito all’attività in palestra sia aerobica che anaerobica. Interrompendo l’attività fisica la produzione di queste sostanze cessa e nel giro di 24-36 ore si scatenano tutti quei sintomi di astinenza come ad esempio irritabilità ed insonnia. Colui che è dipendente dall’esercizio è spinto a cercare nuovi personal trainer sempre più preparati, ad iscriversi in nuove palestre, a fare sempre più attività fisica, a trovare la propria felicità solo ed esclusivamente nella palestra.
Tutto questo porta ad un circolo vizioso ossessivo-compulsivo tradotto in dipendenza. Beltrami conclude che la sola cessazione o riduzione dell’esercizio fisico non rappresentano di per sè la guarigione perché in realtà vanno risolte le ragioni psicologiche più profonde sottostanti al problema.
Alcuni approfondimenti:
La vigoressia è un disturbo incluso nel manuale psicodiagnostico DSM V e ricade nella categoria “Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo” e consiste appunto in una continua ossessione per avere un fisico sempre più in forma e perfetto. Il tutto viene raggiunto con diete ed esercizio fisico molte volte estreme arrivando anche ad utilizzare sostanze dopanti.
Tra le cause psicologiche profonde si ha:
– un’insoddisfazione di base nei confronti di se stessi.
– una bassa autostima, complessi d’inferiorità convertiti in manie di grandezza.
– traumi e umiliazioni subite nell’infanzia e nell’adolescenza.
Tutto ciò viene trasferito sul corpo che rappresenterebbe una grande maschera per dare un immagine di sicurezza sia a sè stessi che agli altri, ma che alla base rappresenta appunto una totale insicurezza e scarse capacità relazionali. E’ importante saper sempre distinguere tra una sana passione per la palestra e la vigoressia. E’ riscontrato che l’attività fisica (equilibrata) abbia effetti positivi in tutto l’organismo in quanto previene numerose malattie (soprattutto cardiovascolari e obesità), velocizza il metabolismo e può essere usato per scaricare lo stress accumulato durante la giornata lavorativa. Vedere i miglioramenti sul proprio corpo da soddisfazioni importanti e motiva a continuare. Tutto questo migliora il nostro benessere ed equilibrio con noi stessi. Per i frequentatori di palestre dedicare del tempo all’attività fisica risulta essere un modo per prendersi cura di sé. Qual’ ora ci accorgessimo che la palestra iniziasse a disequilibrare la nostra vita limitando le relazioni, al punto di non essere in grado di uscire di casa senza aver svolto prima l’attività fisica, allora questo potrebbe essere un primo campanello dall’allarme. Per lo psicologo dello sport è molto chiaro che la promozione del benessere è prettamente collegata alla promozione dell’attività fisica, e la difficoltà è trovare il giusto coefficiente che mantenga l’equilibrio personale indipendente dai modelli stereotipati proposti dai media.
Dott. Leonardo Gottardo