Nel calcio è sempre più difficile trovare “giocatori bandiera” che restino in una società per amore verso la maglia. Atleti che hanno fatto la storia di un club come Baresi, Del Piero, Totti, Zanetti, Maldini o Buffon sono l’orgoglio di società che rispecchiano i valori sempre meno presenti nei giorni d’oggi, soprattutto perché tentati da valori economici sempre più elevati.
Molti giocatori si trasferiscono in altre società principalmente per aspetti economici o di successo personale. Questi aspetti però non fanno completamente al caso di Leonardo Bonucci, che ha deciso di trasferirsi dalla Juventus ai rivali del Milan. Il motivo principale del trasferimento del giocatore è stato il brusco rapporto con l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri. Un rapporto difficile tra i due che in varie circostanze hanno dimostrato di non vederla nella stessa prospettiva, scontrandosi più volte nell’arco della stagione. Quali sono dunque gli aspetti cognitivo comportamentali che un atleta ed un allenatore dovrebbero attuare al fine di “proteggere” il gruppo, la squadra e il risultato? La rottura del rapporto tra il campione ed Allegri poteva essere evitata?
Ogni atleta ha sviluppato nell’arco della sua carriera doti fisiche, tecniche-tattiche e mentali. Con qualità mentali si intendono quelle abilità cognitive che ci permettono di dare, ed essere il massimo durante la performance. Per essere il massimo esistono caratteristiche indispensabili personali e interpersonali, soprattutto per quanto riguarda uno sport di squadra. Sono le caratteristiche interpersonali che all’interno di un gruppo possono destabilizzare i rapporti e creare un punto di rottura da dover assolutamente evitare. Questo è ciò che è successo tra Bonucci e la Juventus. Per quanto ne sappiamo, alcune caratteristiche mentali come intelligenza emotiva, accettazione o life skills sono venute a mancare.
Considerando le liti tra il mister Allegri e Bonucci si è riscontrato da parte di entrambi, una bassa ed insufficiente intelligenza emotiva. Dal punto di vista cognitivo l’ intelligenza emotiva è legata all’uso corretto ed equilibrato delle emozioni. Secondo Salovey e D. Mayer l’intelligenza emotiva è “La capacità di controllare i sentimenti ed emozioni proprie ed altrui, distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni”. Nel loro caso hanno dimostrato di perdere il controllo facilmente e di abbassare così la lucidità mentale necessaria. Principalmente l’Intelligenza Emotiva si basa su tre abilità fondamentali: autoconsapevolezza, autocontrollo ed empatia.
Un costrutto psicologico che a nel suo voler abbinare l’emotività e la razionalità. Un uso intelligente delle emozioni è auspicabile per vivere al meglio il rapporto con sé stessi e con gli altri. E’ facile intuire come questo genere di competenze possa risultare fondamentale nel favorire il raggiungimento degli obiettivi e la realizzazione di sé, nel comunicare efficacemente con gli altri, nel gestire meglio i conflitti, nel reagire alle situazioni problematiche o ai fallimenti.
Le emozioni sono dotate di una forza che può ostacolarci nel raggiungimento dei nostri obiettivi, come ad esempio paralizzando la nostra capacità di decidere e agire in maniera lucida. Difatti in una situazione creatasi in Juventus–Palermo, dove Bonucci non era d’accordo sulle scelte di mister Allegri si sono sentite e viste in campo scene senza rispetto l’uno verso l’altro e parole oltre il limite. In questo contesto si è verificato prepotentemente un’insufficienza della gestione delle emozioni e di conseguenza un basso autocontrollo da parte di entrambi.
In un gruppo di 25/30 atleti è facile che qualcuno sia in disappunto sulle scelte durante un’intera stagione soprattutto stando a contatto tutti i giorni con i propri compagni e lo staff tecnico. L’accettazione e il rispetto verso le regole impostate da una società sono la base per la costruzione di un gruppo unito che lavora tutti su una stessa direzione. Seppur in disaccordo con le scelte societarie, l’atleta ha il compito di lavorare sodo e seguire le direttive del coach.
Oltre all’intelligenza emotiva e all’accettazione, nella vita e nello sport esistono delle abilità cognitive, emotive e relazionali di base, che consentono alle persone di operare con competenza sia sul piano individuale che su quello sociale. Tali abilità sono definite dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come Life Skills e sono molto importanti poichè sono abilità e capacità che ci permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo, grazie al quale possiamo affrontare efficacemente le richieste e le situazioni della vita quotidiana e sportiva. L’apprendimento di queste abilità sono fondamentali per la convivenza di gruppi allargati come team o top team che spesso vivono e convivono con sfide, pressioni ed obiettivi. Le Life Skills, così come noi le intendiamo, possono essere insegnate ai giovani come abilità che si acquisiscono attraverso l’apprendimento e l’allenamento. Esse infatti contribuiscono alla nostra percezione di autoefficacia, autostima e fiducia in noi stessi.
Descritte in questo modo, le competenze che possono rientrare tra le Life Skills sono innumerevoli e la natura e la definizione delle Life Skills si possono differenziare in base alla cultura e al contesto. In ogni caso, analizzando le life Skills nel caso di Allegri e Bonucci possiamo dedurre che non tutte le abilità sono state presenti durante l’arco della stagione facendo così declinare il loro rapporto. Nella figura successiva andremo ad elencare le 10 life skills ed andremo a segnalare quali di esse non sono state troppo presenti:
Le Life Skills e L’intelligenza emotiva, al pari degli altri tipi di intelligenza, sono presenti in ognuno di noi ed hanno un loro potenziale intrinseco che dev’essere sviluppato. Fin da piccoli si comincia a fare i conti con le proprie emozioni ed è molto importante ciò, poiché si impara a riconoscerle, esprimerle e gestirle al meglio. Naturalmente essendo delle abilità di ognuno di noi, l’intelligenza emotiva così come le life skills possono essere allenate costantemente. Tali abilità dunque sono fondamentali per proteggere il bene di un gruppo, di una società o del risultato. È facile che alcuni atleti non facciano caso a questi aspetti, ma è fondamentale essere consapevoli delle proprie caratteristiche, di gestirle, di migliorarle e di raggiungere il massimo delle nostre capacità.
Di per sé la rottura del rapporto creatasi tra Allegri-Bonucci si poteva di certo prevenire. I segnali della fine del rapporto idilliaco erano evidenti già prima la finale di Cardiff, pertanto c’è stata una mal gestione del timing della fine effettiva di esso.
Importante in questo caso è la figura di un possibile psicologo che possa far da mediatore tra le scelte di un mister e il dissenso di un giocatore. Anche per questo, noi di CISSPAT Lab possiamo aiutare a gestire i conflitti emotivi ad atleti e società e a potenziare qualità come autocontrollo, consapevolezza di sé ed empatia anche al fine di evitare che possano accadere situazioni simili in futuro. Il punto di forza di CISSPAT Lab risiede nel monitorare e regolare in maniera sistematica attraverso i numeri i vari elementi che concorrono al benessere della persona e del gruppo con l’obiettivo di ottimizzare i rapporti e i risultati dell’intera squadra.
Dott. Enrico Nerboldi