Mi è capitato recentemente di imbattermi nella lettura riguardante il diario con la routine di esercizi mentali di Bruce Lee per rafforzare lo Spirito. Questo mi ha mosso una riflessione sull’importanza della routine nelle persone e soprattutto negli atleti. Per Lee la sua routine mentale trattava molte cose di cui un paio molto semplici, comprensibili e utilizzabili da chiunque, e sono convinta che se allenate costantemente possono aiutare a rendere le giornate più piacevoli a chiunque.
Vediamo nel dettaglio le routine mentali messe in atto da Lee. (In fondo all’articolo trovarte il testo e la traduzione)
Scrive di emozioni: ‘Rendermi conto delle mie emozioni positive e negative, crearmi l’abitudine quotidiana di promuovere lo sviluppo delle emozioni positive e aiutarmi a convertire quelle negative in qualcosa di positivo’; e ancora, la ragione: ‘Riconoscere che le mie emozioni positive e negative sono pericolose se non vengono controllate e guidate per un fine desiderato, depongo tutti i miei desideri, i miei obiettivi ed i miei propositi sotto il potere della ragione e sarò guidato da essa per esprimere tutto questo’. Se li trasportiamo nella vita quotidiana di un atleta notiamo come queste semplici abitudini di pensare possono aiutare lo sportivo a spostare il focus della sua attenzione verso le cose positive e riconoscere quando le emozioni possono esser poco funzionali e portarli così fuori dal loro obiettivo principale.
Facciamo un esempio: per un atleta che va ad affrontare una gara o una partita le variabili distraenti prima e durante la competizione possono esser di vario genere, sia interne (rendersi conto di esser particolarmente agitato, ansioso o all’opposto troppo tranquillo, o l’inferenza di pensieri negativi) e/o esterne (gli altri atleti intorno a sé, la gente, il meteo e così via). ( A destra James Ambrosini Apertura Nazionale Italiana Seven prima dell’esecuzione della trasformazione)
Cosa può fare?
È proprio in questi momenti che avere un proprio rituale serve a richiamare l’attenzione sul qui ed ora, ovvero sulla propria performance.
E se nella quotidianità l’atleta si è allenato a convertire le emozioni poco funzionali in qualcosa di più funzionale, “positivo” e utile riuscendo a controllarle permettendogli di mantenere il focus sul suo obiettivo, gli sarà più semplice nel momento della gara fare tutto questo.
A cosa mi porta il mettere in atto un’abitudine mentale?
A migliorare alcune dinamiche mentali come il focalizzare l’attenzione (soprattutto quando si ha un dialogo interno negativo che porta l’atleta a distrarsi), a ridurre l’ansia, a ritrovare se stessi, creare e mantenere l’attenzione sul “qui e ora” e a mantenere uno stato positivo.
Oltre ai rituali di Lee, c’è da sapere che questi si posso creare ad hoc per l’atleta a seconda dello sport praticato, un po’ come creare un vestito su misura.
Per quanto riguarda il riportare esempi di routine mentale di alcuni campioni dello sport mi viene difficile, non essendo in grado di leggere nella mente altrui (a meno che non siano loro ad esplicitare i loro pensieri), ma di sicuro è noto come molti di loro prima delle competizioni mettano in atto delle abitudini e gesti propri (vedi Nadal nel tennis e Phelps nel nuoto) che hanno come scopo il rendere al meglio nella performance. A volte possono esser gesti fatti per scaramanzia o al contrario azioni scelte come rituale. Qui è da distinguere il gesto scaramantico dalla routine: la scaramanzia è un visione più di speranza che qualcosa dall’esterno aiuti a performare meglio, mentre un rituale ha come funzione consapevole quella di focalizzare l’attenzione su determinati gesti, azioni, pensieri che la persona potrà mettere in atto in qualsiasi momento e situazione.
Cosa fare quindi nel pratico?
Creare e decidere con l’atleta una sequenza di gesti e pensieri, la quale deve essere eseguita ogni volta che egli deve affrontare il gesto atletico. Ma non è finita qui: come l’allenamento fisico, anche i rituali vanno allenati, necessitano di tempo per funzionare; quindi se all’inizio non vi pare di trarne giovamento, portate pazienza e continuate, i risultati si notano nel lungo periodo.
Routine di esercizi mentali
La forza di volontà
“Riconoscere che la forza di volontà è la corte suprema di tutti i dipartimenti della mente. Mi eserciterò ogni giorno, quando avrò bisogno dello stimolo per agire per qualsiasi scopo; e formerò come un abito su misura per convertire il potere della mia volontà in azioni e lo farò almeno una volta al giorno.”
Le emozioni
“Rendermi conto delle mie emozioni positive e negative, crearmi l’abitudine quotidiana di promuovere lo sviluppo delle EMOZIONI POSITIVE e aiutarmi a convertire quelle negative in qualcosa di positivo.”
La ragione
“Riconoscere che le mie emozioni positive e negative sono pericolose se non vengono controllate e guidate per un fine desiderato, depongo tutti i miei desideri, i miei obiettivi ed i miei propositi sotto il potere della ragione e sarò guidato da essa per esprimere tutto questo.”
L’immaginazione
“Riconoscere la necessità di piani e idee sani per il raggiungimento dei miei desideri, svilupperò la mia immaginazione appellandomi a lei quotidianamente affinché mi aiuti nella formazione dei miei progetti.”
La memoria
“Riconoscere il valore di una mente vigile e di una memoria attenta, incoraggerò la mia ad essere sempre in allerta preoccupandomi di imprimere chiaramente tutti i pensieri ed i desideri da ricordare, associando questi pensieri ai relativi obiettivi, i quali verranno richiamati alla mente di frequente.”
Il subconscio
“Riorganizzare l’influenza di mio subconscio sulla mia forza di volontà, mi prenderò cura di sottoporgli un quadro chiaro e preciso del mio scopo principale nella vita e tutti gli effetti secondari che portano al mio scopo principale, manterrò costantemente impressa questa immagine nel mio subconscio e la ripeterò ogni giorno.”
La coscienza
“Riconoscendo che le mie emozioni spesso sbagliano con il loro eccessivo entusiasmo e la mia facoltà della ragione, spesso, è carente dei sentimenti necessari per permettermi di combinare la giustizia con la misericordia nei miei giudizi, chiedo alla mia coscienza di guidarmi su ciò che è giusto e sbagliato; non mi permetterò mai di mettere da parte il suo verdetto, non importa quale sarà il prezzo per farlo.”
A cura della Dott.ssa Roberta Ioppi